Il mastino tibetano è un’antica specie animale ma è soprattutto il migliore amico che la natura abbia dato all’uomo.
Il mastino tibetano è una razza apprezzata in Tibet e in Cina dove ha dei veri e propri “fans” mai i suoi
amici sono davvero sparsi in tutto il mondo.
Ciò nonostante in China il mastino tibetano ha incontrato alcune notevoli difficoltà nell’immaginario collettivo.
Alcuni “esperti sciacalli”, per business , ignoranza e deviazioni psicologiche, piuttosto che andare a prendere ceppi di sangue puro nello Qinghai(come hanno fatto alcuni allevatori e studiosi seri della
razza), hanno commercializzato una razza dalle dimensioni corporee esageratamente gigantesche; di conseguenza, pensando che la bocca di questo cane debba essere esageratamente grande, hanno tentato un incrocio con un chow chow per trasferirne la bocca al mastino tibetano.
Altri hanno pensato che l’angolo del naso con la fronte debba essere più pronunciato e così ne hanno effettuato l’incrocio con il Terranova.
Altri ancora, hanno immaginato un mastino tibetano dal pelo più lungo e, senza ripensamenti, lo hanno incrociato con il Leon Berger.
Non meno originali sono quelli che lo hanno incrociato con un Rottweiler per copiarne la lucentezza del pelo.
Risulta evidente che il mastino tibetano, pur essendo una razza antica, ha subito, in questi ultimi 10 anni in China, troppi interventi che hanno snaturato il risultato di diecimila anni di evoluzione naturale.
Secondo alcune statistiche, peraltro non confermate, la presenza di mastini tibetani in China è superiore
all’ 80% e questo ha dato origine a seri problemi.
Esistono infatti alcuni allevamenti cosiddetti “mercenari” le cui attività hanno suscitato, nei veri amanti
del mastino tibetano, indignazione e rabbia.
La realtà sta nel fatto che la presenza così alta di esemplari di mastino tibetano in China risulta inquinata
dalla manipolazione della razza ivi effettuata, nel corso dell’ultimo decennio.
La manipolazione va dall’utilizzo di tecniche fotografiche ingannevoli che mirano ad esaltare alcuni
particolari morfologici del cane distorcendo la realtà. Tali vergognose attività sono purtroppo l’anteprima
di altri squallidi comportamenti che tendono ad offrire un cane che risponda a “quegli” standard
ingannevoli; ecco quindi che si assiste al ricorso di interventi di chirurgia plastica che, utilizzando gel di
silice, effettuano operazioni di “riempimento” ad es. ad arti, fronte, bocca e ad altre parti del corpo, per
dare al cane un aspetto spettacolare.
Se questi interventi sono da considerarsi poco rispettosi del cane, cosa dire di quegli allevatori che
aggiungono sostanze stupefacenti nel cibo degli animali per ottenere uno sviluppo rapido del cucciolo per
poterlo vendere e quindi realizzare guadagni, in tempi più brevi. E’ noto che il corretto e normale
sviluppo in natura di un cucciolo di mastino tibetano è di tre anni. Invece, in cattività, egli può maturare in
soli 4 o 5 mesi, nel senso che fisicamente sembra un adulto ma non lo è ancora a livello di “imprinting”
che non ha potuto ricevere.
In molti casi il mastino tibetano è stato introdotto in China in modo artificiale ed ha una storia
relativamente recente (circa 20 anni) mentre le zone pastorali del Tibet vantano invece una tradizione
secolare. Dopo molte generazioni è però difficile ritrovare il punto di origine del mastino tibetano perchè,
se è vero che discende dalle zone pastorali del Tibet, il vero “interesse” (forse per lo più economico?) che
ne ha determinato la nascita come razza, è cinese.
Il mastino tibetano che viveva sull’Altopiano era di carattere calmo e stabile e allo stesso tempo era
intelligente e vivace, dal corpo di aspetto proporzionato, forte, bello e sano e dotato di una alta capacità di
sopravvivenza. Attualmente in China, per motivi e comportamenti non sempre leciti tenuti da un gruppo
di allevatori senza scrupoli e non da tutti fortunatamente, è stato “creato” un mastino tibetano che risulta essere molto lontano da quello originale.
L’analisi attuale verte proprio su questo cambiamento e ci si chiede “che fine ha fatto il mastino tibetano originale?”
Al momento, sono in molti a recarsi in China per visionare esemplari di mastino tibetano per portarli poi nei loro Paesi di provenienza ma non essendo dei veri “esperti”succede spesso che essi tornino in Patria
con un cane che non è un mastino tibetano; tutto questo concorre a creare una situazione imbarazzante e drammatica allo stesso tempo per il futuro del mastino tibetano.
Occorre comunque sottolineare, per amore della verità, che qualche buon esemplare ha iniziato a circolare in Europa e America .
Il problema è di natura economica. Il prezzo di questi cani, considerati ormai domestici, da compagnia, è molto elevato.
Questo mercato sta diventando una nicchia d’élite; basti pensare che il prezzo di un cucciolo può superare i ventimila RMB mentre per un soggetto adulto si può arrivare a un milione di RMB.
Alcuni allevamenti, per ampliare il volume delle vendite, hanno quindi cambiato strategia, richiedendo prezzi più bassi a scapito della qualità.
Questi meccanismi hanno generato e generano tuttora, confusione e diffidenza negli acquirenti stranieri, impedendo un regolare sviluppo della diffusione e della conoscenza del mastino tibetano.
Anche i rapporti a livello di federazione sono complicati ed oscuri.
Attualmente esistono la FCI e la CKU; entrambe, in China, si riconoscono reciprocamente ma l’attività della FCI risulta essere lenta nel rilascio dei documenti. Così molti canili non riescono ad adempiere regolarmente a tutte le formalità previste per la registrazione.
Ricapitolando, il problema che si pone ora è se, con tutte queste manipolazioni, interessi illeciti e devianze morali, dopo più di dieci generazioni ottenute negli allevamenti, l’autenticità e la purezza della razza siano ancora garantite.
Attualmente in China si sta assistendo anche ad un altro strano fenomeno.
Se è vero che il mastino tibetano è nato in China ma si è riprodotto nelle zone pastorali del Tibet, è anche vero che queste zone sono state letteralmente rastrellate e setacciate da uomini senza scrupoli che, utilizzando sofisticate apparecchiature, hanno trovato e prelevato gli esemplari di mastino tibetano che lì vivevano in natura. Per riuscire nell’impresa i “cacciatori” di mastino tibetano hanno utilizzato moderni e
veloci veicoli off-road dotati di efficienti kit di sopravvivenza e dopo dieci anni di attività, avendo svuotato quelle zone dalla presenza dei mastini, hanno iniziato a prelevare anche i semplici cani dei pastori per spacciarli poi per veri mastini tibetani. Ma i cani appartenevano ai pastori, che, si sa, non sono così propensi a cederli perché considerati alla stregua di membri effettivi del gruppo e fedeli custodi dell’accampamento. Allora, per convincere i più bisognosi, la posta si è alzata arrivando ad offrire un centinaio di Yuan per esemplare….e questa somma è veramente un bel gruzzolo per un pastore dell’Altopiano. Così qualcuno ha iniziato a cedere e a vendere le proprie bestie non sapendo che al passaggio successivo per lo stesso cane il prezzo sarebbe poi salito a centinaia di migliaia di Yuan.
In alcuni casi i pastori hanno iniziato a comprendere il meccanismo e hanno visto nei loro cani e soprattutto nei cuccioli, non più fedeli compagni di vita e di lavoro, ma semplici fonti di reddito.
Questa specie di commercio ha avuto fine quando i pastori si sono resi conto di non avere quasi più cani a disposizione sia per le attività dell’accampamento sia per gli scambi.
Ad oggi tra China e Tibet, associazioni importanti come Tibetan Mastiff Center of Tibet e Animal Science Research Institute of Tibet hanno affermato che di Mastino Tibetano puri se ne contino un
migliaio.
Tutto ciò è triste e assume i caratteri di un vero e proprio disastro naturale ma è la sorte subita da questa razza.
L’obiettivo di queste riflessioni, inframmezzate da informazioni storiche e culturali, è quello di far riflettere.
Non è importante quale sia la vera origine del mastino tibetano o da quale zona esso provenga……è indispensabile preoccuparsi del presente e del futuro di questo antico e fedele amico dei pastori.
Il suo destino è nelle nostre mani, nelle mani di chi ama questi cani.
Dobbiamo continuare a proteggerlo per far sì che possa non solo sopravvivere ma soprattutto riprodursi nel rispetto della sua natura.
Con tutto questo discorso non voglio criticare lo “Zangao” perché è “dovuto”a loro un grande ringraziamento, che con il loro lavoro di selezione oggi possiamo ammirare esemplari di autentica purezza e rarità al di fuori della China e Tibet, ma è anche vero che non è così facile trovare un puro Mastino Tibetano recandosi solo nel luogo di origine.
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