In questa organizzazione sociale, anche i bambini imparano presto alcune regole semplice ma vitali. Una delle prime cose che impara un bambino è che il pericolo è un dato di fatto, è un aspetto della vita.
Bisogna stare attenti, stare al proprio posto nella propria tenda e con i propri cani. Gli unici spostamenti consentiti avvengono con i propri adulti. I cani possono essere pericolosi quindi occorre fare attenzione, rispettare le regole e rimanere vicino alla propria tenda.
L’invitante spazio aperto al centro delle tende potrebbe essere un luogo di ritrovo e di gioco per i bambini ma ciò non è possibile perché li ci sono i cani. Anche l’andare a trovare il bambino della tenda accanto non può essere un’improvvisata ed il giocare con lui può avvenire solo tenendo sempre d’occhio il cane. I bambini del campo vivono così molto soli.
I ragazzi si dovranno confrontare con gli altri in attività che li porteranno a cooperare fra loro o ad essere in competizione. Le ragazze impareranno a svolgere le faccende domestiche mentre i ragazzi impareranno
a portare al pascolo le pecore o a domare i cavalli. Solo ad allora i giovani impareranno cosa vuol dire cooperare, socializzare confrontarsi con chi non è membro della propria famiglia.
In una tale situazione i cani si ritrovano ad assumere un altro importante ruolo nei confronti dei più piccoli. Infatti più di ogni altro animale (agnelli, puledri, vitelli)il cane rimane per i bambini il miglio compagno di giochi. I piccoli appena imparano a gattonare, si mischiano ai cuccioli di cane e trovano in essi i loro primi giocattoli. I cuccioli ricambiano dimostrando un attaccamento come nessun altro animale è in grado di fare.
I bambini tra i sei e sette anni scorazzano con i cani intorno alle tende usando mani e piedi con così tanta facilità da essere più bravi di quanto non lo fossero in posizione eretta. Il bambino sembra comunicare
con il proprio cane, nei suoi confronti nutre affetto e rispetto e lo considera come un modello da seguire.

Ci si domanda quale influenza possa avere sulla formazione del carattere del bambino la continua e assidua presenza dei cani.

Non necessariamente negativa!forse la si riscontra nel carattere
indipendente, individualista e talvolta aggressivo del tibetano tipico.
Esiste un ultimo ruolo del cane nella società nomade tibetana, più simbolico che reale: quello dell’interesse finale.
I cani appartengono in modo particolare alle donne delle tende. Essi vengono nutriti dalle donne e in risposta a queste attenzioni essi dimostrano un attaccamento che va al di là della singolo donna che nutre
il singolo cane per estendersi a tutte le donne anche se sconosciute. Di conseguenza ogni donna corra meno rischi rispetto ad un uomo di subire un attacco.

D’altro canto gli uomini che corrono più rischi sono quelli che orgogliosamente cavalcano i loro cavalli portando le loro armi sulla schiena. Con la corda devono essere in grado di mantenere la circonferenza di sicurezza. Se la corda si aggroviglia e la zona di protezione è compromessa, il cavallo avverte in anticipo
la situazione di pericolo, devia, scarta e cade nel panico più totale. A questo punto l’uomo a cavallo che impersonifica l’arroganza del nomade, potrebbe essere disarcionato e cadere alla merce dei cani.
Lascia un commento