Il Mastino Tibetano di tipo”Hequ”. (Foto D-D1)
E’ ormai opinione comune, anche sul Web, che il miglior mastino tibetano provenga dall’area di Hequ; questa certezza deriva dal fatto che davvero, in passato, questa area sia stata tra le migliori anche se oggi purtroppo non è piu così(affronteremo con argomentazioni ragionevoli, pertinenti e basate sui fatti nel prossimo articolo).
L’Hequ è un’area compresa tra le prime anse del fiume Giallo ed è posta nel punto di congiunzione di tre provincie il Qinghai, il Gansu e il Sichuan .
Con il passare del tempo e dei cambiamenti storici, la distribuzione dei mastini tibetani si è ora concentrata nella prefettura autonoma tibetana di Gannan, nelle cui zone pastorali è possibile trovare il mastino tibetano Hequ .
Nella regione autonoma tibetana del sud-ovest del Gannan (provincia del Gansu), si trova un gioiello della cultura e della storia nomade tibetana: la contea di Maqu.
La contea di Maqu prende il nome dal fiume Giallo che la attraversa (letteralmente Maqu, in tibetano, significa “fiume giallo” ). Essa si trova all’interno della prima ansa del fiume, le cui abbondanti acque, ricche di sostanze nutritive, rendono le praterie di Maqu le più belle zone umide della Cina.

A Maqu risiedono più di 60.000 abitanti, il novanta per cento dei quali sono tibetani che conducono ancora uno stile di vita nomade, seguendo le antiche tradizioni.
Ed è qui, a ridosso delle province del Gansu e del Sinchuan , che si incontrano i nomadi tibetani.
Dediti all’ allevamento del bestiame, conducono una vita vagabonda spostandosi con le loro tende.
Diverso stile di vita conducono invece le comunità sedentarie dei Rong-Pa che hanno adottato un sistema di vita noto come transumanza secondo il quale, solo alcuni pastori salgono con il bestiame ai pascoli estivi, mentre la maggior parte della popolazione rimane ai villaggi per dedicarsi all’ agricoltura.
I nomadi, quando nei loro spostamenti, si imbattono in un luogo caratterizzato da buoni e rigogliosi pascoli, decidono di insediarvisi montando le loro tende; in effetti, essi traggono quasi tutto il necessario per la loro sussistenza dalla pastorizia.
I nomadi, il cui nome deriva dal greco e significa « colui che si sposta in cerca di pascoli », hanno una stretta interdipendenza con la popolazione sedentaria con la quale scambiano i loro prodotti come latte, burro, yogurt e pelli, con i prodotti della terra e con altri oggetti.
Ma l’animale più prezioso per i nomadi tibetani rimane lo yak, un bovide dal pelo folto e ispido, dalle zampe corte e robuste, il cui peso può arrivare a più di una tonnellata.

La femmina dello yak ( Dri ) fornisce un latte ricco di grassi e di proteine dal quale si ricava un saporito yogurt ed il burro che, oltre ad essere un ingrediente per insaporire il thé, viene utilizzato nella concia delle pelli con cui si confezionano cinghie, stuoie, sacchi, stivali, imbarcazioni leggere e che viene anche bruciato nelle lampade votive poste sugli altari dei monasteri.
Con il sangue dello yak, impastato con acqua e sale, vengono prodotti dei pani solidificati che verranno consumati fritti o bolliti.

Corna e coda diventeranno invece dei potenti amuleti contro i demoni.
Lo sterco di Yak, una volta essicato, diventerà un eccellente combustibile.
Tessendone la lana, si fabbricano solidissime tende, capaci di riparare dal freddo più intenso e di resistere contro le bufere che infuriano nell’altopiano tibetano. Ma la lana servirà anche per confezionare coperte, tessuti, stuoie, sacche, funi e stivali.
Yak Tibetano Yak Tibetano


Nella solitudine dell’infinito deserto capita sovente di intravvedere le tende dei nomadi.
I tibetani posseggono due tipi di tenda: quella a forma quadrata, coperta da un telo nero ( Ba ) e quella bianca, tipica della stagione estiva ( Gur ). Quest’ultima è decorata con i simboli di buon auspicio ( tashi takgye ) e viene utilizzata per i picnic o durante le festività. Ovviamente gli accampamenti e le greggi rimangono sempre e completamente sotto la vigile protezione del mastino tibetano Hequ.
Nel 1993 è stato riconosciuto uno standard, approvato dall’Amministrazione provinciale del Gansu, che stabilisce le caratteristiche fisiche, fisiologiche e comportamentali del Mastino Tibetano Hequ .
Questo standard prevede che ad ogni elemento identificativo venga attribuito un punteggio che varia da 10 a 1; successivamente il totale dei punti raggiunti viene suddiviso in gradi (da 1 in poi).
I maschi che non raggiungono il primo grado non devono essere impiegati nella riproduzione, così come quelle femmine che non raggiungono il secondo grado di valutazione.
Analizziamo lo Standard del mastino Tibetano Hequ di PRIMO GRADO:
Il mastino tibetano Hequ deve avere una struttura corporea alta, equilibrata, robusta e forte.

La sua testa è larga, con l’osso superiore leggermente arrotondato.
Le orecchie sono cadenti a triangolo invertito.
La canna nasale è corta e tozza (mai lupoide) .

Gli occhi hanno forma “a mandorla”, di colore marrone o ambra che è il colore più pregiato e rari sono gli esemplari che vantano questa caratteristica
Il collo è robusto, con una leggera giogaia che forma una piega a forma di anello.

La struttura del corpo si attesta sui 10:10, come iscritta in un quadrato.
L’altezza minima richiesta per i maschi è di 70 cm al garrese, mentre per le femmine è di 68 cm.
Il petto è profondo, largo e le costole sono ben aperte.
La vita è lineare e presenta un addome leggermente chiuso.
I fianchi sono corti e leggermente inclinati.
La coda è lunga, arrotolata lateralmente sui fianchi; molto pregiata risulta essere la coda a crisantemo.


Gli arti anteriori sono robusti e dritti, mentre quelli posteriori sono forti, solidi ma non rigidi.
Il mantello, nella varietà “testa di leone”, è a doppio strato, impermeabile, spesso e folto.
Intorno alla testa esso si presenta corto, morbido e lanuginoso mentre, a partire dalle orecchie, il pelo risulta più lungo, formando così la tipica criniera sino all’altezza delle scapole per poi divenire più corto sul resto del corpo.
Il posteriore e i fianchi sono caratterizzati da frange di media lunghezza.
Il colore tipico del mantello di un mastino Hequ è quello con focature molto chiare; questa particolarità viene indicata con la dicitura “nero con focature argento” o “nero con focature gialle” o più brevemente “nero focato”, “total black”, “fulvo e canapa”.
Colore nero con focature argento Classico Nero Focato Colore Total Black Colore Canapa
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